chirurgia maxillo-facciale

Scialoendoscopia ghiandole salivari

CHIRURGIA maxillo-facciale

Scialoendoscopia ghiandole salivari

Cosa è un calcolo salivare?

I calcoli salivari si formano nelle ghiandole salivari in particolare nelle ghiandole sottomandibolari (80%) e meno frequentemente nelle ghiandole parotidi (20%), estremamente rari sono i calcoli delle ghiandole sottolinguali e delle ghiandole salivari minori della bocca. Il calcio è normalmente secreto dalle ghiandole salivari e ove esistono condizioni che favoriscono la stasi della saliva (anomalie dei dotti salivari, infezioni retrograde dalla bocca, disidratazione) vi può essere l’aggregazione dei cristalli di calcio che porta alla formazione di un calcolo macroscopico. La presenza del calcolo impedisce la normale fuoriuscita della saliva in particolare quando la si stimola nel corso di un pasto provocando la “colica salivare” ovvero una tumefazione (“gonfiore”) dolorosa della regione sottomandibolare o parotidea (vicino all’orecchio); anche la semplice “acquolina in bocca” provocata da alcuni cibi piacevoli può provocare una “colica” salivare provocando grande disagio del paziente durante un pranzo o una cena familiare o di lavoro. L’evoluzione della “colica” salivare è la scialo adenite acuta purulenta (infezione della ghiandola e del sistema duttale) la quale necessita di una terapia antibiotica mirata.

 

Da cosa è provocata la “colica” salivare?

  • La causa principale è rappresentata dai calcoli (63-79%) ma l’ostruzione della ghiandola salivare può essere determinata anche da altre cause quali:

    • Anomalie dei dotti salivari (stenosi o restringimenti, angolazioni acute, “kinking”,invaginazioni duttali);
    • Tappi di muco denso (“mucous plugs”);
    • Polipi e tessuto di granulazione (malattie autoimmunitarie quali s. di Sjogren)
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    Come si fa la diagnosi?

    La diagnosi si fa innanzitutto con la visita maxillo-facciale a Genova che consente di poter apprezzare sia visivamente in bocca sia palpatoriamente con le mani la presenza di un calcolo; nel caso in cui durante la visita non si riesca ad identificare il calcolo si procede ad un accertamento diagnostico mediante:

    • Ecografia ed Eco color Doppler delle ghiandole salivari che consente di identificare la maggior parte dei calcoli salivari anche non radioopachi;
    • Radiografia endorale (quella dei dentisti) della bocca e radiografia laterale della mandibola per i calcoli sottomandibolari
    • Scialo-RM (risonanza magnetica) nel caso di assenza di calcoli salivari e se sospettiamo una dilatazione o stenosi (restringimento) di un dotto salivare;
    • Scialoendoscopiase gli esami radiologici non hanno consentito di accertare una diagnosi.

     

Come si esegue la Scialoendoscopia

La scialoendoscopia è una metodica recentissima che è stata sviluppata a Ginevra per esplorare il sistema dei dotti salivari alla ricerca di una causa di ostruzione con ottiche miniaturizzate (meno di 1 mm).

L’ottica è posizionata in bocca ed attraverso il dotto di Stenone ed il dotto di Wharton arriva fino ai confini delle ghiandole senza tagli sul volto. I calcoli sono frantumati con il laser ed asportati con cestelli specifici.

Per rimuovere i calcoli salivari, vengono utilizzati strumenti come cestelli salivari di varie dimensioni, micro pinze per frantumare e rimuovere i frammenti di calcolo, e il laser. Inoltre, esistono tecniche per dilatare i dotti stenotici e rimuovere i calcoli di dimensioni superiori ai 5 mm.

Nel caso di calcoli sottomandibolari di dimensioni superiori ai 5 mm, è possibile utilizzare una tecnica scialoendoscopico-assistita per rimuovere il calcolo attraverso la bocca, preservando la funzione ghiandolare. Analogamente, per i calcoli grandi e profondi della ghiandola parotide, è stata sviluppata una tecnica scialoendoscopico-assistita che prevede l’accesso attraverso una piccola incisione sulla pelle vicino all’orecchio.

Grazie a queste tecniche conservative e mini-invasive, è possibile preservare la ghiandola salivare nella maggior parte dei casi, evitando la necessità di asportazione chirurgica.

Altre terapie non chirurgiche includono l’iniezione di tossina botulinica nelle ghiandole salivari per bloccare temporaneamente l’attività di secrezione della saliva, utilizzata soprattutto in casi di parotiti ricorrenti senza causa evidente e in altre condizioni come la sindrome di Frey.

La sindrome di Frey è caratterizzata dalla sudorazione profusa della cute nella regione parotidea, spesso dopo una parotidectomia. Il trattamento prevede l’iniezione di tossina botulinica nella zona interessata per ridurre la sudorazione.

La parotite ricorrente nell’età pediatrica è un disordine infiammatorio caratterizzato da tumefazione ricorrente delle ghiandole parotidi. La terapia medica è antiinfiammatoria, mentre la video endoscopia parotidea può essere utilizzata per favorire la dilatazione dei dotti salivari ristretti con soluzione salina o cestelli, seguita dal lavaggio ghiandolare con steroidi antiinfiammatori.

Tipologie di interventi

  • Asportazione calcoli salivari della ghiandola submandibolare per via open
  • Asportazione calcoli salivari della ghiandola parotide per via open
  • Scialoendoscopia diagnostica ghiandola submandibolare
  • Scialoendoscopia diagnostica ghiandola parotide
  • Scialoendoscopia interventistica delle ghiandole salivari maggiori con utilizzo di laser
  • Scialoendoscopia interventistica delle ghiandole salivari maggiori per rimozione di calcoli
  • Scialoendoscopia interventistica delle ghiandole salivari maggiori con posizionamento di stents
  • Chirurgia della scialorrea farmaco-resistente
 

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